I primi si sono posati sul mio parabrezza stamattina.
Erano piccoli, meno di una lenticchia e si posavano leggeri, con quella leggerezza tipica della felicità. La neve su di me ha sempre avuto questo effetto; e anche se stamani era proprio poca per entusiasmarsi, la felicità è arrivata lo stesso.
Fiocchi come briciole che rendevano l’aria ancora più fredda, piccoli vortici e soffi allegri. E dietro di loro, sullo sfondo, gli alberi già in fiore, come una contraddizione.
Ci ho pensato a lungo e ho capito che a me le contraddizioni a volte piacciono davvero, come lo scontro di due realtà che a nessuno verrebbe in mente di mettere vicine, un tabù che è stato sfatato, come un divieto infranto, una piccola ribellione.
Questo era oggi la neve sulla primavera: una piccola ribellione.
E io ho assistito incantata, pensando che sono nata proprio in una ribellione così, nel mese pazzo di Marzo, col vento che spazza il polline e qualche fiocco, chi lo sa?; con le nuvole che corrono veloci, che sfumano di grigio e poi tornano bianche.
La ribellione è finita presto, ma la primavera e la neve si erano già incontrate: il miracolo era già compiuto. Quei fiocchi così piccoli avevano squarciato il cielo e toccato i fiori. Ormai si conoscevano, potevano proseguire insieme.