Sono un cuore puro, per cui non posso che confessare.
Camilleri ha plasmato il suo commissario con un acume tale che non avrei potuto resistere lo stesso, ma amerei così tanto Salvo Montalbano se Zingaretti non c’avesse messo lo zampino …anzi le sue gambe curve?.
Ve la ricordate la serie di Friends in cui Joey e Chandler vivono insieme a una papera e una gallina, trascorrendo buona parte del loro tempo a guardare Baywatch, anzi le bagnine che corrono sul bagnasciuga? “Sì, correte! Correte! Starei tutto il tempo a guardarle correre!” dice estatico Chandler.
Ecco, per me più o meno vale lo stesso per Salvo Montalbano che cammina per le strade di Vigata con la sua andatura da pistolero, camicia di lino e gambe da calciatore.
E’ brusco, collerico, capace di sguardi torvi e urla belluine. Sanguigno e passionale, profondamente umano: s’incazza fuoriosamente, sorride fascinoso alle donne che gli girano intorno e litiga con l’eterna fidanzata sbattendo il telefono. Montalbano è un mix troppo esplosivo per sopportare i limiti, le restrizioni, per restare entro ogni steccato: emotivo, psicologico o fisico. Le sue contraddizioni lo rendono ancora più desiderabile: è un ribelle che vuole rispetto delle regole, un infedele, fedele a se stesso; un uomo acuto e intelligente che sa menare le mani, soprattutto quando avverte il morso dell’ingiustizia o se qualcuno si azzarda a offendere il fido Catarella.
Orgoglioso, fiero, scanzonato; coraggioso un po’ per tutto, tranne che per guardarsi nel profondo e svelare i propri sentimenti e le proprie emozioni. Un uomo come la terra in cui è incastonato, fatto di ossimori: un torbo cristallino, un ruvidissimo tenero.
.”Pronti, dottori? E’ lei pirsonalmente di pirsona?” “Si, Catarè” “Che faceva, dormiva?” “Sino a un minuto fa sì, Catarè” “E ora inveci non dorme cchiù?” “No, ora non dormo più, Catarè.” “Ah, meno mali.” “Meno mali perché, Catarè?” “Pirchi accussì non l’arrisbigliai, dottori.” O spararlo in faccia alla prima occasione o fare finta di niente. ..