Ecco, no. Di questo proprio non mi sarei potuta innamorare mai.
Un eterno bambino che si fa coprire dal figlio, uno che ha scelto di vivere con una donna con cui non ha niente in comune ma che forse lo protegge dalla solitudine, dalla vita, dalle responsabilità. Salvo poi innamorarsi, ma non troppo, di un’altra, alla quale non dà comunque grandi certezze. Certo, fa il musicista e pare sia un amante passionale, almeno a sentire la protagonista del romanzo, “Terapia di coppia per amanti”, che infatti perde la testa.
Ecco io invece stavolta credo di essermi innamorata di lei. Viviana è un concentrato di fragilità umane e femminili in particolare che ci fanno specchiare un po’ tutte. I sensi di colpa, la voglia di essere felice, la preoccupazione di madre e gli inesorabili quanto immancabili disastri nel tentativo maldestro di tenere insieme i pezzi quando ci si sente frantumate. Sì perché le donne a volte si frantumano, in tanti pezzettini, come una vetrata su cui è stato schiantato un pallone; restano lì, disseminate tra la loro vita quotidiana, il lavoro, i pavimenti da lavare, i sogni, i progetti per il futuro. Poi s’innamorano, mica sempre della persona giusta, però s’innamorano e i pezzi si ricompongono. La finestra si rimette insieme e i raggi del sole filtrano attraverso quella trasparenza come prima.
Ci ho pensato a lungo a Modesto Fracasso – ma poi, come si fa ad innamorarsi di uno che si chiama così?! – ma soprattutto ho pensato a Viviana. Sì perché è lei che lo porta in terapia, lei che vuole risolvere il loro rapporto senza ricordarsi che ne avrebbe un altro da rimettere a posto, quello col marito. Ci ho pensato e l’ho vista bellissima, con le lacrime agli occhi, il cuore pesante e poi leggero che vola via, via tra le lenzuola di quel letto in cui incontra l’uomo-bambino.
Ho pensato che quella trasparenza che si ricompone è un piccolo miracolo, sia che si tratti di un uomo giusto o meno, uno su cui investire o da…investire; quella trasparenza ci appartiene perché ci appartiene la fragilità, è il fatto di essere frangibili che ci rende così luminose quando ritorniamo tutte intere.
E di Modesto che dire? Bé, magari che non ha avuto un esempio paterno che potesse spiegargli bene come si diventa uomini, senza restare solo maschi per tutta la vita. Ma il padre è un assoluto genio, nella musica e nel mancare di rispetto ai sentimenti e alle emozioni degli altri, incluso il figlio. Alla fine, però, dimostra anche di aver vissuto la propria vita come poteva, dicendo forse la più bella frase di tutto il libro: “Perché uno si sente molto meglio una volta che ha scelto”
“Uomini e nazioni agiranno razionalmente solo dopo aver esaurito ogni altra possibilità.”
(Legge di Katz)
Arthur Bloch