C’era una volta una mamma piccina piccina, con un figlio che stava diventando grande.
Lei non sapeva cucire ma attaccava bottone con tutti; lui guardava da lontano e usava le parole col contagocce. Lei si era scoperta un po’ incosciente e più di tutto aveva scoperto che le piaceva. Lui era cauto e riflessivo, a volte timoroso.
Tutti e due amavano le risate grasse, quelle che si fanno tenendosi la pancia con la mano e strizzando gli occhi. Estremamente diversi e terribilmente uguali, perché quello che lui non sapeva era che c’era in lui tanto di quello che lei era stata fin da bambina….
La storia prosegue in un bel sabato di settembre, sotto un cielo senza nuvole, lo stesso sotto cui hanno camminato insieme la donna piccina piccina e il figlio che diventa grande, per quasi 18 km.
E in quei passi ci sono stati più insegnamenti che in un giorno di scuola, perché è camminando che si fa la strada, perché è camminando che la donna piccina ha cercato di mostrargli tutto quello che vorrebbe che imparasse: che mentre ci si muove i pensieri svolazzano, che le salite per quanto dure finiscono, che a volte un sorso d’acqua e gli occhi rivolti al cielo sono tutto ciò che ci serve; che si può ingannare la noia e anche la stanchezza, soprattutto se hai una mamma sgangherata che ride, chiacchiera e ti racconta una storia ogni mezzora; che a volte le paure sono inutili e che di un graffio di ginepro ti accorgi solo la sera, quando lo vedi rosso rosso sulla gamba; che se scivoli e metti un piede nell’acqua, ti puoi concentrare sul “ciaf” che produci e riderci sopra. Che i panni sporchi si lavano e che se non torni sporco a casa vuol dire che sei stato troppo attento ad essere pulito…e questo a volte vuol dire troppo poco attento ad essere felice e vivertela. Che sei in grado di insistere dove non ti sembra di avere più energia, ma che prima della disperazione è importante che tu sappia mollare, perché sapere quando fermarsi è la forma più difficile di coraggio. Che il tramonto che ti godi alla fine del viaggio ha un colore che non hai mai visto prima, perché sono i tuoi occhi ad essere diversi.
P.S.: se vi capitasse di voler trasformare una giornata in un viaggio breve, io vi consiglierei di farlo con questa scanzonata compagnia, visitando il link qui sotto, guidati da quest’uomo eclettico e creativo che conosce le strade e ancor più le persone. E che in mezzo a misogini, misantropi e asociali che dilagano contrappone una qualità rara che si chiama umanità, rivestendola con la sua esperienza, tanti aneddoti di storia, botanica e scienze naturali – che ascoltano in pochi e solo a tratti 🙂 – e una dose massiccia di ironia. Se è vera la legge dell’attrazione, quella per cui attiri quello che tu stesso esprimi, nessuno stupore nel vedere che tipo di tribù gli sta intorno: sorridenti, semplici, di buona compagnia, schietti e bevitori divertiti a fine serata. E – ahi lui! – di questa tribù ormai sento di far parte anch’io e lo ringrazio. #sensiincammino
“Due strade trovai nel bosco e io scelsi quella meno battuta ed è per questo che sono diverso (R. Frost)”
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